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HARDCORE FOR DUMMIES 2016/2017

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Ho avuto un'educazione musicale piuttosto felice, ricordo i pomeriggi ad ascoltare i vinili di mio padre: cantautorato italiano, jazz e musica elettronica suonata col moog. Avevo anche un mangiadischi arancione per sentire i 45 giri delle fiabe sonore dei Fratelli Fabbri e le sigle musicali di programmi per ragazzi; il primo disco che acquistai fu “La bella tartaruga” cantata da Bruno Lauzi. Erano anni felici, Ares Tavolazzi suonava il basso nella sigla finale di Atlas Ufo Robot.
Poi arriva l'adolescenza, la rabbia e il senso di ribellione. E ascolti “il rock, la new wave italiana e il free jazz punk inglese” [cit.]. Soprattutto il punk e l'hardcore americano. La musica te la dovevi sudare: internet non esisteva, era tutto un giro di riviste specializzate e fanzine, cataloghi postali per acquistare dischi raramente reperibili nei negozi, ascolti notturni su radio RAI (che si prendeva con fatica). Avevo un amico, Roberto, che era il mio spacciatore di suoni. Lui comprava dischi a manetta e me li registrava sulle cassette, io compravo fumetti a manetta e glieli prestavo.
Poi arriva l'età adulta e rigurgiti tutto in un mash-up.
Mash-up è un termine piuttosto recente e prettamente musicale ma sarebbe meglio usare il vocabolo détournement, una pratica artistica usata comunemente dalla mia generazione, cresciuta sotto il bombardamento continuo di immagini e merci: i figli della società dello spettacolo. Che poi è lo stesso esercizio messo in atto da Malcom McLaren, reputato comunemente il padre del punk.
Prendere immagini fortemente iconiche, manipolarle e darne un nuovo significato; uno scarto di senso come in un gioco di enigmistica. In queste tele ci sono buona parte della mia educazione visiva e sonora fatta un po' di zucchero e carta vetrata, guardare con occhi di velluto e ascoltare con orecchie di cemento. Mentre dipingevo questi quadri pensavo a come sarebbe stato bello tradurre nel mondo reale la crasi musica punk/hardcore e cartoni animati, e come in una favola il mio desiderio si è trasformato in realtà! Ci sono incappata per caso su Instagram: si chiamano Screaming Burritos, un duo padre & figlia di Cleveland. Sono deliziosi, cercateli anche su Youtube.
In loving memory of
Adriano Baccilieri e Concetto Pozzati (per gli occhi)
Chris Cornell e Grant Hart (per le orecchie)

HARDCORE FOR DUMMIES 2016/2017
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